Fu Ruben Beugels a “veicolare” l’iniziativa. Questo imprenditore olandese un giorno, mentre si trovava su un tram bloccato nel traffico che rischiava di farlo ritardare molto a un appuntamento, ebbe la “scintilla”, e ne fece partecipe il Comune di Amsterdam nonché il Ministero di Infrastrutture e Ambiente, che per fortuna si dimostrarono collaborativi nel concretizzare la proposta. In pratica, il nostro pensò a degli scooter elettrici da usare come taxi. Un servizio utile, ecologico (in quanto ovviamente non inquinante) e dai prezzi competitivi (si partì da 2 euro e mezzo, con un centinaio di mezzi attivi dalle 8 alle 20).
I taxi-scooter sono stati battezzati Hopper e hanno costituito il primo passo di questo tipo in Europa (sebbene a Roma un esperimento simile fosse già stato fatto). Il loro asso nella manica è la competitività: i classici mezzi pubblici sono spesso lenti e inadatti alle esigenze di chi deve spostarsi, o peggio sbrigarsi. E il sistema di finanziamento è stato da subito efficace, grazie a dei “tablet pubblicitari” piazzati sopra le targhe, con annunci degli sponsor. Oltre che attraverso l’usuale chiamata telefonica, si può prenotare un mezzo via Internet, con un’app in grado pure di localizzare su mappa elettronica il ciclomotore più vicino alla zona in cui ci si trova. Anche i piloti hanno il loro bravo smartphone, che permette loro di intervenire prontamente.