Debutta alle 21 di venerdì 29 gennaio al Teatro Biondo di Palermo il Servo per due di Richard Bean, che vede Pierfrancesco Favino regista e protagonista dell’originale rivisitazione di un classico come Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni, nella versione inglese di Richard Bean, One Man, Two Guvnors, tradotta e adattata dallo stesso Favino insieme a Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder.
Al suo fianco, gli attori del Gruppo Danny Rose: Bruno Armando, Gianluca Bazzoli, Pierluigi Cicchetti, Anna Ferzetti, Marit Nissen, Totò Onnis, Diego Ribon, Eleonora Russo, Fabrizia Sacchi, Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa, Thomas Trabacchi.
Si tratta di uno spettacolo in linea con l’idea portante del nuovo Teatro Biondo: rileggere i classici non tanto attualizzandoli, ma esponendoli a una luce diversa, a un nuovo punto di vista.
Così, Servo per due, nelle mani di Favino e Sassanelli, diventa una sorta di commedia musicale, ma anche una stand-up comedy, cioè quel genere di show umoristico nel quale il protagonista interagisce col pubblico creando un elettrizzante clima di complicità.
L’esilarante vicenda, ambientata in una Rimini degli anni ’30 movimentata ed eccitante, è interpretata da un’affiatata compagnia di attori e musicisti. Un fuoco di fila di battute e colpi di scena, inframmezzati dall’esecuzione dal vivo di celebri brani d’epoca. In una cornice felliniana, che fa da sfondo agli equilibrismi del protagonista e della sua compagnia, risuonano e danno spettacolo evergreen come Maramao, Il pinguino innamorato, Un sassolino nella scarpa ed altri celebri motivi.
«Un anno fa esatto eravamo alla Sala Uno. Uniti dalla voglia di fare qualcosa, di sognare – spiega l’attore e regista – , abbiamo messo in scena 29 spettacoli in due mesi. Marco Balsamo è stato il primo a captare che, dietro quella voglia, c’era un’energia inconsueta e a crederci. Ci ha dato la possibilità di iniziare a progettare concretamente uno spettacolo, ci ha dato le strutture per poter lavorare e studiare come desideravamo, ci ha messo in contatto con “Gli Ipocriti”, senza la cui fiducia ed entusiasmo niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Si potrebbe parlare a lungo del lavoro, del percorso che abbiamo intrapreso per mettere in scena quanto vedrete, ma credo che a farlo per noi debba essere lo spettacolo e, se non ci riesce, potete e dovete farcelo notare. Quando esponiamo ciò che vorremmo costruire con il nostro gruppo, ci sentiamo spesso rispondere con la parola Utopia. Noi preferiamo le parole Sogno o Progetto perché questi ultimi, con il lavoro e la passione sono per definizione realizzabili. Ora basta con le chiacchiere!Mettetevi comodi: “Ha inizio lo spettacolo!”».
Le musiche sono eseguite in scena dall’Orchestra Musica da Ripostiglio, composta da Luca Pirozzi (chitarra, voce e banjo), Luca Giacomelli (chitarra e voce), Raffaele Toninelli (contrabbasso e voce) ed Emanuele Pellegrini (percussioni e voce).
Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Alessandro Lai, le luci di Cesare Accetta e le coreografie di Fabrizio Angelini.
Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia “Gli Ipocriti”, con la partecipazione della Fondazione “Teatro della Pergola” di Firenze, replica sino al 7 febbraio.