Che gli italiani siano ottime forchette lo sappiamo, ma dovrebbero farlo senza esagerare. Cosa che, davanti ai prelibati pranzetti familiari o alle tante delizie che ci offrono le cucine dei nostri ristoranti, non sempre diventa facile.
Ecco, dunque, che a ricordarci le conseguenze di tanta generosità sono prima di tutto gli esperti. Che lo hanno fatto in un convegno organizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, in collaborazione con il distretto del Rotary 2110 Sicilia-Malta e l’Ordine dei Medici di Palermo, presentando un progetto per diffondere la cultura della dieta mediterranea, una delle più salutari al mondo, e prevenire le malattie cardiovascolari, neoplastiche così come quelle trasmesse con gli alimenti e sostenute da microrganismi patogeni.
Veniamo, quindi, a sapere che l’obesità nelle regioni meridionali ha un tasso molto più elevato (28,7%) rispetto a quelle del nord (19,3%). Non solo: la Sicilia è, dopo la Campania, la regione in cui c’è il più alto livello di mortalità per malattie cardiovascolari. A livello nazionale, poi, i dati sono veramente allarmanti: gli obesi in età adulta sono pari al 10% della popolazione, oltre 5 milioni di persone.
I chili di troppo, però, non si limitano a nuocere chi li ha perché danneggiano tutta la società. L’obesità, infatti, costa agli italiani circa 8 miliardi, tra spese a carico del Servizio sanitario nazionale e perdita di produttività.
Nonostante i tanti allarmi e le raccomandazioni, le previsioni da qui al 2025 non sono entusiasmanti.
«Ciò che più preoccupa – spiegano gli organizzatori del convegno – è che si tratta di un dato in crescita, con una previsione di obesi pari al 43%. A tali cifre si aggiunge anche l’aumento dei malati di diabete, destinati a passare dagli attuali 3 ai 5 milioni, con la conseguenza che lo Stato avrà difficoltà a sostenere costi così alti».
Proprio per questi motivi, la campagna di sensibilizzazione in via di partenza prevede l’affissione di poster e banner coloratissimi negli studi di medicina generale, farmacie, stazioni ferroviarie e aeroporti, per promuovere il consumo di frutta, verdura e pesce. Fondamentale, in questo percorso, sarà il ruolo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, tra le cui finalità c’è anche quella di controllare tutte le fasi della filiera agro-alimentare, dalla produzione nelle aziende fino alla tavola (from farm to fork).
«I nostri laboratori sono impegnati ogni giorno nelle analisi di centinaia di campioni – hanno affermato Salvatore Seminara e Santo Caracappa, rispettivamente commissario straordinario e direttore sanitario dello Zooprofilattico – per cercare negli alimenti i contaminanti di origine chimica, biologica e fisica. Questo al fine di combattere tutte quelle malattie provocate da microrganismi patogeni, come il botulismo, la listeriosi, la brucellosi e l’intossicazione stafilococcica».
Giuseppe Disclafani, delegato area Prevenzione e cura delle malattie del distretto Rotary Sicilia-Malta ha voluto ricordare che «il progetto elaborato è in linea con le direttive europee e nazionali. Prova ne è che la dieta mediterranea è anche oggetto di un decreto legge tutt’ora in discussione in Parlamento».
«Con questo progetto – ha aggiunto in conclusione Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo – vogliamo dare un contributo fattivo alla cultura della dieta mediterranea come possibile cura preventiva. L’iniziativa permetterà un’informazione capillare ai cittadini».
La campagna vede coinvolti anche l’assessorato regionale alla Salute, la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), la Società italiana di medicina generale (Simg) e l’Agenzia per la promozione della dieta mediterranea (Adimed).