di Roberto Sanfilippo
Non deve essere passata inosservata agli sviluppatori della fondazione Fairphone la campagna “Niente sangue nel mio GSM” attraverso la quale, qualche anno fa, le organizzazioni umanitarie chiedevano che i componenti usati per la produzione dei nostri telefonini non venissero da zone di guerra. Arriva infatti sul mercato il Fairphone2, realizzato nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e con minerali certificati, con filiera produttiva controllata così da garantire rispetto per l’ambiente, per i lavoratori e per leggi e regolamenti internazionali. Fairphone ignora dunque le ciniche leggi del mercato capitalista e propone un prodotto realizzato in condizioni di equità: stop ai metalli estratti a mani nude anche da bambini schiavizzati e al contrabbando di composti da parte di organizzazioni criminali in grado di ricorrere all’uso delle armi per la spartizione del mercato (vedi ad esempio in Congo, dove per i profitti generati dalla Columbite-tantalite si è arrivati alla guerra civile). La provenienza dei materiali è certificata e ai lavoratori sono garantiti diritti sindacali.
Quanto al prodotto, si tratta di un Android dual sim abbastanza vicino ai prodotti di fascia media offerti da Samsung ed Apple, con un costo di circa 300 euro. Interamente modificabile e customizzabile, ha una batteria da 200 mAh ed è possibile garantirsi un più lungo utilizzo dello smartphone acquistando all’occorrenza i singoli pezzi di ricambio. Come se non bastasse, il libero accesso al root lo rende “aperto” anche ad eventuali personalizzazioni e migliorie software. Insomma un prodotto equo, solidale e intelligente.