Le sono bastati pochi minuti per convincere del suo talento un intero studio televisivo e tantissimi telespettatori, che, anche tramite il web, hanno contribuito a dare una sterzata alla sua carriera. Alessandra Salerno, cantante e musicista palermitana, dopo il successo a The Voice of Italy 2015, ha scelto di continuare il suo percorso artistico che mescola blues, pop e jazz e che, dopo una lunga assenza, la riporterà ad esibirsi nella sua città, giovedì 24 marzo alle 21,30 al Teatro Santa Cecilia. Con lei sul palco Lino Costa alle chitarre, Davide Femminino al contrabbasso, Fabrizio Francoforte alla batteria, e la visual Mapi Rizzo.
Voce femminile fra le più interessanti della nuova scena musicale, attualmente in giro per l’Italia con il suo “Indipendente-Mente tour 2016”, ci racconta come sta vivendo questo momento della sua carriera e l’impegno nel nuovo disco.
Quest’ultimo anno è stato ricco di cambiamenti e riconoscimenti professionali.
“È stato un anno molto strano perché dall’essere una cantante conosciuta in Sicilia, sono passata al grande schermo partecipando a The Voice of Italy e quest’esperienza televisiva ha un po’ stravolto i piani della mia vita. Inaspettatamente mi ha dato notorietà non solo in Italia ma anche a livello internazionale, perché grazie al web le mie esibizioni hanno fatto il giro del mondo, sono state apprezzate da personaggi importanti, fra cui Sarah Jane Morris che condivideva i video delle mie esibizioni a The Voice”.
L’industria musicale è molto legata ai talent, dove in pochi minuti si decide il futuro di un artista. Sono convinta che pochi dei nostri cantautori avrebbero superato quella prova e che spesso l’arte ha bisogno di tempi diversi. Tu che ne pensi?
“Sono d’accordo, il talent serve anche a sfruttare l’artista, ma è una vetrina che ti dà la possibilità di essere notata da un mondo che in altra maniera non ti conoscerebbe mai. Io sono rimasta in gara abbastanza da rimanere me stessa e fare le cose che mi piacevano, poi mi sono sganciata portando in rete il mio mondo musicale e continuando ad avere un certo numero di fan sparsi in tutt’Italia che mi seguono con affetto. Ma il talent non è un obbiettivo, anzi da lì comincia un altro tipo di gavetta, un percorso un po’ più professionale, che sto percorrendo in questo momento”.
The Voice of Italy inaspettatamente mi ha dato notorietà non solo in Italia ma anche a livello internazionale, perché grazie al web le mie esibizioni hanno fatto il giro del mondo e sono state apprezzate da personaggi importanti, fra cui Sarah Jane Morris
Avere fan in tutta Italia significa avere il sostegno di persone che ti hanno vista in televisione e ti considerano un’artista di qualità.
“Ed è bellissimo perché è un attestato di fiducia a distanza, mentre prima questi riconoscimenti li toccavo con mano perché io vengo dai live e dai festival, dove si scende dal palco e talvolta si creano collaborazioni o amicizie con chi ti apprezza. Il rapporto a distanza ti gratifica in maniera diversa, riesci ad arrivare a queste persone che ti legano a sé con affetto e il mio augurio è di raggiungerle non solo virtualmente, ma anche esibendomi nelle loro città, perché il concerto è sempre il momento importante e più autentico per l’artista”.
Torni a suonare a Palermo dopo tanto tempo. Cosa provi e che concerto sarà?
“E’ un’emozione molto grande perché sento una sorta di responsabilità nei confronti della mia città e di una parte di pubblico che mi conosce ed è fidelizzato a me. Sarà un concerto particolare, non a caso il nome del tour è “Indipendente-mente 2016”, perché anche se oggi si è sperimentato di tutto, io non pongo limiti e ho un approccio alla musica giocoso e alternativo. Come sempre miscelerò vari generi e per l’occasione proporrò sia alcuni brani inediti che faranno parte del mio prossimo album, sia alcune cover che mi hanno un po’ resa nota al pubblico e sul web”.
So che sei molto impegnata nella realizzazione di questo disco. Cosa puoi anticiparci?
“Purtroppo ben poco perché è tutto “work in progress” ma spero di poterne parlare presto. Non vedo l’ora che esca, ma non ho fretta, perché credo che un lavoro discografico debba avere qualcosa da raccontare ed essere maturo. Anziché pubblicare un disco mesi fa, come vorrebbe la logica del talent, ho preferito seguire i miei tempi, intanto il progetto iniziale si è modificato, perché a ventotto anni le carte me le devo giocare bene. Posso dirti che ci sono anche collaborazioni interessanti, fra cui quella con Kaballà”.
Voglio sottolineare che anche a Milano non è facile né scontato poter fare musica, però si respira un’aria diversa, soprattutto c’è molto più spazio per il cantautorato
Adesso che ti dividi fra Palermo e Milano, dove in ambito musicale accadono molte cose rispetto alla tua città, come vedi la tua carriera?
“E’ vero, sono sempre in giro, è una fase delicata ma costruttiva, perché faccio tutto per questa grande passione che è la musica. Voglio sottolineare che anche a Milano non è facile né scontato poter fare musica, però si respira un’aria diversa, professionalmente ti senti nel tuo ambiente, soprattutto c’è molto più spazio per il cantautorato, sia pop che indie, che per me è il mondo genuino della musica emergente italiana. Ad esempio in qualunque locale dei Navigli ascolti musica inedita, non le cover, invece in Sicilia spesso si fa musica d’intrattenimento, c’è una differenza di mentalità e di cultura. Artisticamente a Milano ci sono continui stimoli ed io ho sentito una bella accoglienza nei miei confronti, però la mia casa “di anima di sangue” è Palermo perché quando torno mi basta solo respirarne l’aria per stare bene”.
Grazie a te in tanti hanno scoperto l’autoharp, lo strumento con cui spesso ti accompagni e che chiami ”la mia bambina”. Personalmente credo colpisca per il suono particolare e perché si fonde in una sorta di abbraccio con l’artista. Come sei arrivata a questa scelta, cosa ti ha affascinato?
“Amo da sempre l’autoharp perché l’ho conosciuto insieme alla musica country, mi ha stregata immediatamente per il suono, per la forma, per il fatto che ci fosse questo abbraccio, era bello da vedere e da sentire. Successivamente, da semplice cantante ho sentito l’esigenza di accompagnarmi con uno strumento, non volevo che fosse il pianoforte anche se lo utilizzo per comporre, e un amico mi suggerì proprio l’autoharp, io pensavo fosse difficilissimo da suonare, ma lui insisteva che era adatto a me, così l’ho acquistato in America e da quel momento è diventata la mia bambina”.
Essere musicista oltre che cantante, credo sia un grande vantaggio anche nel rapporto con la band e i collaboratori, puoi “dire la tua“ e condurli più facilmente nel tuo mondo anche attraverso le note.
“E’ verissimo. Premetto che conosco la musica solo nella misura in cui mi serve, nel senso che se devo comporre, suonare con il mio gruppo o cambiare tonalità sono in grado di farlo, ma secondo me ci sono alcune cose che un cantante non può non sapere, perché ti danno la possibilità di esprimerti, di farti capire e provare ad affermare il tuo spirito vero, altrimenti devi un po’ accollarti gli stimoli degli altri, il loro mondo musicale ed essere la voce di altri progetti. Penso che non smetterò mai di studiare perché è importante tenersi in costante aggiornamento, mettersi in gioco cercando di tirare fuori cose che normalmente non si hanno, perché per me la musica è un cantiere aperto, in continua crescita e credo sia questo che i giovani dovrebbero fare. Però bisogna avere qualcosa da raccontare e più si hanno le basi più si ha la possibilità e la libertà di farlo, perché bisogna portare la tecnica a disposizione del cuore e della musica”.
Oggi sei concentrata sull’attività di cantante, ma sei anche pittrice e stilista. Hai progetti per questi altri mondi artistici?
“Assolutamente sì. Nei miei progetti futuri c’è anche quello di uscire con un mio marchio, mi sono laureata in fashion design ed è qualcosa che voglio portare avanti. Pensa che da bambina dicevo sempre che volevo fare la cantante e la stilista. A otto anni già cantavo nel coro della scuola e giravo i teatri di tutta la Sicilia, in quel periodo ho fatto anche un disco e contemporaneamente creavo vestiti alle Barbie e disegnavo, quindi è stata sempre una vita vissuta con l’arte, mi sono divisa tra il canto e l’Accademia di Belle Arti. E’ così anche adesso, per esempio gli abiti che indosserò per il mio concerto e durante il tour sono delle mie collezioni”.
Se potessi realizzare un sogno?
“Sarebbe quello, magari ovvio, di portare la mia arte in giro per il mondo, sia nella musica che nella moda. E’ difficile da realizzare, ma ci sto lavorando”.
Info sul concerto: 091.7782860 www.thebrassgroup.it
Per acquistare i biglietti on line: http://www.ticksweb.com